Category Archives: Copyleft attitude

Il futuro dei libri e dell’editoria e le autoproduzioni

Una segnalazione: 

Reginazabo, che di recente ha condiviso la traduzione di un interessantissimo articolo sul futuro dei libri e dell’editoria, partecipa ad una esperienza di produzione-autoproduzione di una rivista letteraria atipica, una raccolta di scritti e racconti che è alla sua seconda uscita. Vi trovate cose veramente belle e interessanti. Molta scrittura originale che il mercato letterario commerciale vi propone assai raramente e spesso per firma di scrittori stranieri della cultura underground con una tiratura garantita dalla fama degli autori. Se volete rintracciarne il formato cartaceo potete trovare indicazioni qui.

La rivista è contenuta tra le Collane di Ruggine [ecco il numero 0 e il numero 1].

 


Al Jazeera diffonde video in CC

http://mediaoriente.files.wordpress.com/2009/01/aljazeeracc.jpg?w=270&h=227Giusto ieri si parlava di licenze creative commons a proposito del comitato antipirateria messo in piedi dal nostro governo includendo tra i membri la Siae in una totale dimostrazione di conflitto di interessi. Oggi veniamo a conoscenza del fatto che Aljazeera ha messo a disposizione per il pubblico i propri video con licenza Creative Commons.

La opzione che ha scelto è quella che permette la copia e diffusione con attribuzione alla fonte, ne vieta l’uso per motivi commerciali e non consente di farne opere derivate. E’ una attribution che da esclusivamente credito alla fonte e non c’e’ dunque una reciprocità della condivisione (share alike, condividi allo stesso modo). Sia Espanz che il blog Mediaoriente sono d’accordo nel dire che Al Jazeera, mentre il nostro contesto giornalistico è patetico e si serve di schemi anacronistici, è invece al passo con i tempi e ha capito come utilizzare la rete per una rapida diffusione di notizie a costo zero.

Lo ha dimostrato prima con twitter, poi diffondendo video attraverso youtube. Ora questa altra mossa che rende l’emittente simpatica agli amanti del filesharing e allo stesso tempo si propone di utilizzare il massimo potenziale di diffusione volontario caratterizzato da ogni spazio in rete. Come dire: noi siamo tranquilli perchè possiamo mettere in circolazione i video di Aljazeera senza essere tacciati di pirateria e il canale tivu’ si assicura una ampia diffusione dei video con un ritorno di immagine e di ascolti. Si tratta pur sempre di una tivu’ commerciale. In ogni caso ha fatto una gran cosa.

E pensare che in Italia non si riesce a fare affezionare alle licenze Creative Commons neppure i creativi dell’area politica più a sinistra. Chiedetevi perchè nei libri che acquistate, nella musica, nei video, nei documentari, nei saggi trovate sempre il bollino Siae. Chiedetevelo e quando avrete capito che state foraggiando una impresa che lucra sul vostro prodotto e prevarica ogni principio minimo della condivisione allora forse potrebbe essere interessante per voi dare un’occhiata alle licenze CC.

—>>>I video di Al Jazeera in CC stanno qui: http://cc.aljazeera.net/

Update: nella discussione che prosegue su Giornalismo Partecipativo, Hjk mi fa notare che nel comunicato trasmesso da Al Jazeera c’e’ scritto che si incoraggia la distribuzione anche per motivi commerciali purchè ci sia una attribuzione alla fonte. Il disclaimer sulla home del sito però fissa i link su una licenza CC 3.0 che non consente uso commerciale. Hjk attribuisce questo ad un errore, cosa che sembrerebbe vera se ci fidiamo del comunicato. Nell’attesa che la home del sito di Al Jazeera descriva in modo coerente le proprie intenzioni ci accontentiamo di divulgare i loro video per motivi non commerciali. E’ già molto! 

da Femminismo a Sud


Virtualizzazione dello spazio pubblico e blog delle donne

Testo dell’intervento fatto da enza panebianco nell’ambito dell’iniziativa "I beni comuni delle donne", a cura del Server Donne (http://www.women.it ) durante la quale è stata presentata la Biblioteca digitale delle donne:

>>>^^^<<<

Lo spazio pubblico è quel luogo al quale tutt* hanno diritto di accedere. E’ un luogo per il quale dovrebbe essere garantita la gratuità e la non esclusione nei confronti di nessun*.

Lo spazio pubblico, inteso come bene comune, è sicuramente un luogo che le donne ambiscono ad attraversare, contaminare, occupare, a seconda di quali sono le pratiche che loro vorranno utilizzare per raggiungere il proprio obiettivo.

Il web però non è esattamente un luogo accessibile a tutte. Prima di tutto perché non è gratis e dunque ci discrimina se siamo povere, precarie, non in grado di pagarci uno dei tanti abbonamenti adsl. (per la crescente femminilizzazione della povertà le donne sono maggiormente penalizzate e discriminate)

Non è però sufficiente neppure pagarsi una connessione. Per esserci devi pagare pegno comprando uno spazio da un provider per farci un sito, oppure diventando funzionale a progetti di commercializzazione del social network avviati da altri. Mi riferisco a quelle piattaforme blog che impongono la presenza di spazi pubblicitari google adsense o a quell’enorme bacino di utenza che è facebook.

Di fatto la nostra presenza in rete è comunque “utile” ai business e sottrarsi diventa difficile e a volte impossibile.

Il web non è una piazza che si può squattare ed è oramai vana l’illusione di poterlo utilizzare come muro sul quale lasciare i nostri graffiti, come si penso’ ai tempi dell’open publish della primissima indymedia. Concetto oramai superato dal fatto che chiunque può aprire un blog.

Il web è quasi del tutto uno spazio privato, di pochi, altro che pubblico. Il web è uno spazio nel quale c’e’ chi si appropria dei beni comuni.

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Rosi Braidotti: Trasposizioni. Sull’etica nomade

http://www.lucasossellaeditore.it/mente/img/trasposizioni.jpgIl libro offre un resoconto del problema della soggettività etica e politica nella cultura contemporanea, e sponsorizza fortemente una concezione non-unitaria o nomadica del soggetto, in opposizione alle pretese di ideologie quali conservatorismo, individualismo liberale e tecno-capitalismo. Rosi Braidotti depone decisamente contro l’universalismo morale, offrendo al contempo una strenua difesa dell’etica nomade dalle accuse di relativismo e nichilismo, e fa appello a una nuova forma di responsabilità etica che consideri la "Vita" come il soggetto, e non l’oggetto, della ricerca. Questo tipo di etica è presentata come una fondamentale riconfigurazione del nostro esserci, ed esige più creatività concettuale nella produzione di visioni del mondo capaci di consentirci un comportamento etico in un mondo tecnologicamente e globalmente "mediato". Il soggetto etico di tipo nomade riesce a superare la difficile tensione tra la molteplicità delle forze politiche da un lato, e il forte impegno per le politiche dell’emancipazione dall’altro.

Altre pubblicazioni di Rosi Braidotti: Madri, mostri e macchine; Dissonanze. le donne e la filosofia contemporanea. verso una lettura filosofica delle idee femministe; Soggetto Nomade. Femminismo e crisi della modernità; Metamorfosi.

Ps: non l’ho ancora letto e dunque la sintesi è tratta dal retro di copertina. Appena lo leggo proverò a semplificare il suo contenuto. Nel frattempo però potete guardarvi qualcuno dei video a disposizione dal Server Donne, della presentazione del libro con la Braidotti presente a Bologna, nei quali tutto sommato si parla un linguaggio comprensibile. 


La rete non è neutra

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/gallery/77/LisaFoo.gif

E’ nato un nuovo blog che è anche un nuovo progetto. *La rete non è neutra* : Osservatorio
su linguaggi e comportamenti discriminatori e sessisti nella rete. Tecnologia,
internet di altri generi.
Vi copincollo il primo post di presentazione:

<<<<^^^>>>

In rete succede di tutto. Si usa un linguaggio che è il neutro maschile, si
privilegiano norme precise, per lo più maschie, bianche, etero. La stessa
tecnologia che sta alla base dei meccanismi di socializzazione in rete è spesso
androcentrica.

In rete trovi giochini online dove le donne sono sempre cameriere o
guerriere con due poppe spaventose. Fra i tanti spazi in web ce ne sono
moltissimi che dileggiano le donne, che ci intimano di smettere di esigere
diritti, che ci denigrano con le loro battute sessiste. Ci sono tanti forum,
blog, social network in generale dove non manca mai il tizio che lascia un
commento volgare, offensivo, sessista, discriminatorio, persino minaccioso.

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Sharemula.com vince in appello


Riportiamo la news apparsa su torrentfreak,
dell’assoluzione in corte di appello per sharemula.com, un sito
spagnolo che indicizza file .e2k. Nel 2006 il sito era stato chiuso e
gli amministratori arrestati a seguito di indagini sulla violazione del
diritto d’autore. La corte gia’ in primo grado avrebbe voluto
minimizzare la faccenda, dal momento che nessun uso commerciale
derivava dall’indicizzazione dei file. Ma tutta l’industria dello
spettacolo fra cui Columbia, Disney Company Iberia, Twentieth Century
Fox, Warner, Universal, Paramount, Sony and MGM, ha chiesto di poter
andare in appello.

La questione sembra oggi felicemente conclusa, dal momento che la
corte ha anche affermato e sancito che indicizzare file e2k o torrent
non e’ reato e che non infrange in alcun modo il diritto d’autore. Si
tratta di un passaggio cruciale in un momento in cui in Europa si
stringe la morsa su progetti di fightsharing come Pirate bay e Mininova.

—>>>Da Espanz