La tecnologia dell’orgasmo: dal libro al documentario

Grazie a Gerdaphoto in blog so che si sta realizzando un nuovo documentario, "Passion and Power: the Technology of Orgasm",
diretto e prodotto da Emiko Omori e Wendy Slick, che ricostruisce la
lunga e complessa storia del vibratore. Il documentario è tratto dal
libro "Tecnologia dell’Orgasmo" di Rachel Maines
che narra della storia della tecnologia del in rapporto alla sessualità
femminile. Il vibratore nasce con una finalità terapeutica. Veniva
richiesto per i massaggi pelvici che venivano considerati un toccasana
per la cura dell’isteria. L’autrice svela quale sia il rapporto tra la
patologia che veniva attribuita alle donne, per lo più a quelle
insoddisfatte sessualmente, e la cultura patriarcale con la sua
sessualità androcentrica. Se avete voglia di sapere qualcosa di più circa contenuto del libro potete leggere la nota che ho aggiunto in basso.

Il sito che vi parla del documentario è [www.technologyoforgasm.com]. Invece per vedere un altro pezzo del trailer (il primo lo vedete sopra): [http://www.technologyoforgasm.com/videos.asp]

A questo proposito mi pare bello segnalarvi anche la corrente DIY – do it yourself – fai da te
(legata alla cultura dell’hackerare nel senso di metterci le mani, fare
da se’, autoprodurre e condividere con altr@ la maniera attraverso la
quale si fanno le cose) dello spagnolo Bricolage Sexual. Ne sanno parecchio le Betty del Sexyshock, io ho visto una bella dimostrazione al Femact di Barcellona e il 23/24 febbraio a Roma le Feramenta
distribuivano un fantastico opuscoletto in cui spiegavano per filo e
per segno come realizzare un vibratore fatto in casa. Se non volete
perdere tempo o non avete modo di fabbricarvi un oggetto del piacere
potete sempre ricorrere all’ortolano. Fate presto, prima che diventi obiettore pure quello e si rifiuti di vendervi le zucchine.

NOTA

L’isteria è una patologia inventata da
illustri medici tanti secoli fa e ovviamente sostenuta da tante culture conservatrici,
patriarcali e sessiste, per definire sintomi che si potrebbero
sintetizzare con poche parole: le donne erano sessualmente
insoddisfatte. Per più di duemila anni vergini, sposate, suore, vedove
sono state curate del male de "l’utero" attraverso massaggi pelvici. I
medici più eccelsi prescrivevano, quando possibile, matrimoni e
rapporti sessuali con poderose prestazioni dei mariti che dovevano
prendere le donne con la forza e lasciarle gravide. Si trattava di
"stupri" terapeutici con prole successiva. L’utero era per Platone una
cosa che si spostava nel corpo della donna e che causava tantissimi
problemi sino a quell’ansimare tipico della donna che sta per avere un
orgasmo.


La sessualità
è sempre stata
di tipo androcentrico. Tutto doveva ruotare attorno alla penetrazione e
al coito. Una donna che osava non godere con la penetrazione e non
gioire nell’essere abbondantemente innaffiata – come una pianta –
durante l’eiaculazione era immediatamente giudicata una malata.
Immaginate che il vibratore fu inventato proprio per realizzare il
necessario massaggio pelvico senza l’uso delle mani e in minor tempo [da "Tecnologia dell’orgasmo: isteria, vibratori e soddisfazione sessuale delle donne" di Rachel Maines].
Medici e levatrici guadagnavano cifre immense per masturbare le donne.
Dopo Freud la questione assunse un altro aspetto più consapevole anche
se per certi versi ancora più pernicioso: l’isteria delle donne
derivava da insoddisfazione sessuale ma questa a sua volta dipendeva da
traumi infantili.


Così
ancora
una volta gli
uomini venivano deresponsabilizzati ed evitarono di interrogarsi e
rimettersi in discussione e continuarono ad imporre il proprio modello
sessuale alle donne. Si deve a lui – Freud – peraltro la geniale
separazione
dell’orgasmo clitorideo e di quello vaginale. Per anni si è pensato che
il fine necessario dovesse essere l’orgasmo "vaginale" e che l’orgasmo
"clitorideo" fosse solo un contentino, una roba di riserva di minore
valore che stava a definire un difetto, una incapacità della donna. Le
ricerche di kinsey e il rapporto hite però hanno
ampiamente dimostrato che la maggior parte delle donne ha orgasmi
clitoridei. Non si tratta dunque di una cosa secondaria ma
indispensabile nel copione del "dar piacere alle donne".


Cosa
si intende per modello
sessuale androcentrico? Vuol dire che gli uomini hanno continuato a
pensare che le donne che non avessero l’orgasmo a seguito di una
penetrante penetrevole penetrazione – lunga, dura, rotonda, massiccia,
modello trapano black&decker – fossero necessariamente "frigide"
e che quelle che volevano continuare a fare sesso dopo la fine del
coito dell’uomo – probabilmente perchè esigevano di arrivare anch’esse
all’orgasmo – fossero delle "ninfomani". La sessualità delle
donne veniva vissuta, e spesso funziona così ancora adesso, solo come
scia dipendente dalla eiaculazione maschile. Per gli uomini ammettere
che le donne hanno soprattutto orgasmi indotti dalla stimolazione della
clitoride è come subire un fallimento. Ad oggi siamo passati dalla
patologizzazione della sessualità femminile a quella maschile se non
affine al modello androcentrico. Se la donna non viene, non gode, non
ha l’orgasmo i medici fanno a gara per definire ricette curative della eiaculazione precoce dell’uomo e della sua piccolezza del pene, alimentando così un’ansia da prestazione che di certo non gioca a favore di una buona relazione sessuale.


Da lì
derivano
i viagra e
tutta un’altra serie di interventi che ora prevedono persino la
possibilità di far diventare il pene come la versione
cilindrica della tour eiffel. Per gli uomini resta ancora
indispensabile dimostrare che comunque il piacere delle donne deve
dipendere dalla loro capacità, bravura, magnificenza, eccellenza. Per
le industrie farmaceutiche è indispensabile sollecitare negli uomini
insicurezze di ogni genere attribuendo loro "patologie" altrettanto
inesistenti. Come
ai tempi del massaggio pelvico terapeutico oggi qualche volta capita di
trovare quello che censura la voglia delle donne di masturbarsi. Tanti
secoli fa era vietato da tutta una serie di norme restrittive. Oggi
parrebbe essere offensivo per il partner che ancora esige di non essere
ferito nell’orgoglio. Il partner spesso ha persino difficoltà a
immaginare un rapporto sessuale dove l’uso di "attrezzi" del piacere
siano compresi nel gioco. L’uomo deve fare da solo, attraverso il suo
pene deve essere l’unico fautore del piacere femminile, se non riesce
non accetta che possano essere utilizzate altre strategie. Certi
uomini: per non offenderli, non sfidarli o con ferirli comunque sono
più di duemila anni di storia in cui
le donne rinunciano a viversi, cercare, esigere una sessualità
soddisfacente per se’ perchè devono continuare a sostenere l’autostima
maschile.  

—>>>Da Femminismo a Sud 


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