Author Archives: fikasicula

Sessismo, misoginia e maschilismo in rete

[Ecco 4 delle tante temibili femministe a sud

Sin dai primi tempi in cui abbiamo iniziato a presidiare e monitorare la rete, ritenendo a ragione che non fosse uno spazio neutro, abbiamo sommato innumerevoli esempi di misoginia e sessismo, talvolta persino vera e propria istigazione alla violenza contro le donne. L’odio per le donne non è una cosa a se’ stante. Viaggia di pari passo con l’odio verso tutti i generi che mettono in discussione il modello patriarcale, quindi i gay, le lesbiche, le trans, persino gli uomini che comunque non si riconoscono più in un modello anacronistico di mascolinità. Motivando l’odio su base economica diciamo che quello stesso odio che costringe noi ad essere dipendenti, controllabili e relegate ai lavori di cura, tocca anche le donne migranti nella misura in cui vengono sottomesse ad un unico stile culturale che le piega al ruolo di badanti. 

Per prima cosa abbiamo verificato i livelli di egemonia che in termini culturali il fenomeno andava assumendo e dall’altro lato consideravamo che le energie femminili in lingua italiana e in rete, le intelligenze portatrici di altri significati, alternativi, erano veramente poche. Negli ultimi anni il web si è andato invece via via popolando di presenze notevoli, di voci diversificate che finalmente interrompevano monologhi aggressivi rivolti sempre e solo contro chi si opponeva ad un bruttissimo modello di società nostalgico del ventennio fascista

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Antisessismo: accendiamo la sovversione comunicativa

In francia presentano una proposta di legge per combattere l’immagine distorta dei corpi femminili che viene prodotta da migliaia di foto ritoccate con appositi programmi di grafica usati per correggere ogni minima imperfezione. Abbiamo già parlato varie volte degli effetti della tirannia estetica. La proposta francese arriva a immaginare una avvertenza per ogni immagine nella quale si dovrebbe specificare che è stata ritoccata. Ci chiediamo però come bisognerebbe fare quando ad essere ritoccati sono i singoli fotogrammi di qualunque trasmissione tivu’, qualunque video, film, telefilm, pubblicità televisiva. Dovrà comparire un display costante in sovraimpressione? Chi lo sa.

In italia invece parte la campagna dell’Udi sicilia "La pubblicità dei cartelloni si può spegnere?". La proposta viene fatta propria dall’amministrazione comunale di Niscemi, cittadina recentemente teatro dello stupro di gruppo e del femminicidio di Lorena Cultraro, nella quale tutte le parti in causa si chiedono in più modi come fare a non promuovere cultura dello stupro. Il riferimento ovviamente va alle pubblicità sessiste nelle quali le donne assumono il ruolo di oggetti. 

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La supremazia della taglia

Ci scrive Chiara (che ringraziamo per le foto e la segnalazione):

"L’altro giorno, girovagando per Milano, mi sono imbattuta in metropolitana in questa pubblicità di un centro fitness (o palestra, che dir si voglia…).

Mi ha colpita molto negativamente per il pessimo gusto del cartellone nel complesso e per l’evidente volontà di imporre un modello estetico preciso, magro, tonico, non rispondente alla realtà nel 95% dei casi della popolazione. Soprattutto, però, è orribile il messaggio sottointeso al cartellone femminile: si vede questa donna sovrappeso, con un’espressione piuttosto ebete, in una camera tutta rosa (quasi infantile) e con un completino sempre rosa ammazza-desiderio. Il sedere modello che si vede nello specchio è invece vestito di un paio di slip di pizzo nero. Quasi a dire: se sei sovrappeso, sei una cicciona, infantile, un po’ tonta e che ovviamente nessuno troverà mai attraente.

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La teoria maschilista della schiavitù femminile

Ce ne hanno segnalato un altro (grazie a C.). La rete abbonda di maschilisti e ci sorprende come mai non facciano un portale tutto per loro così da fare picnic la domenica e andare a messa insieme. Come una confraternita che si ostina a evangelizzare il web sui propositi del maschilismo, con una divisa, un bel cappuccio, qualche forcone e pali apposta per impiccare le donne.

Lui – la new entry dei teorici maschilisti fondamentalisti – ha un blog con link come "la mia destra", "unione delle libertà" e cose così. Non è il primo ne l’ultimo ma anche costui si è messo a teorizzare sulle magnificenze del maschio nell’universo mondo.

Non bastavano le teorie sul recupero del selvaggio mascolino, ecco quella sui maschi quali unici fabbricanti di "civiltà"

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La negazione dell’orgasmo e lo stupro

Leggo per caso un dibattito su indymedia e tra i commenti al post mi imbatto nell’individuo più insulso che possa esistere. Un tale che chiama stupratori i gay e poi parla di negazione dell’orgasmo come pratica delle femministe.

Faccio una piccola ricerca e trovo alcune pagine che parlano di negazione dell’orgasmo come pratica BSDM. Rientrerebbe nei giochi di sottomissione, consensuali, che ritardano l’eiaculazione dell’uomo.

Mi dico: oibo’, nulla di male in fondo, ma questa cosa è stata inventata proprio dalle femministe? E infatti no. Pare che sia desiderio degli uomini che amano queste pratiche, si eccitano così, e dunque si tratta di una loro precisa e legittima richiesta, per soffrire e godere allo stesso tempo.

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Wikipedia e il sessismo: come i maschilisti hanno distorto il senso di una parola

Non è la prima volta che ne parliamo. Wikipedia è una enciclopedia partecipativa e quello che c’è scritto viene dal contributo di persone che si registrano, propongono una pagina che se non contestata diventà verità del web.

Ottimo progetto nelle intenzioni ma assolutamente inaffidabile se preso di mira da una squadra di soggetti che si servono di quello strumento per alterare significati e propagare nuove parole d’ordine prive di una documentazione che non sia la loro opinione personale.

Ne avevamo parlato a proposito della pagina sull’antifemminismo, ora eliminata perchè totalmente priva di fonti, ma anche di altre pagine che potete consultare qui: [1] [2] [3] [4].

Stavolta bisogna proprio parlare della pagina che si riferisce al termine "sessismo". Il termine, lo sapete, si riferisce alla discriminazione sulla base del genere sessuale di appartenenza. Discriminazione che si esercita sulla base di ruoli, in casa, nel mondo del lavoro, nella società.

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Vogliamo il diritto di attraversare il web senza essere costrette al silenzio. Stalking digitale e squadrismo maschilista in rete

"L’hai voluto tu!" – E’ un modo di dire. Si attribuisce alla vittima la causa della persecuzione, di una cattiva azione, di un gesto violento. Lo avrete sentito dire mille volte. C’è il genitore che lo pronuncia mentre riempie di schiaffi il figlio. C’è il marito che lo ripete mentre ammazza di botte la moglie.

E’ un modo di dire che stabilisce la distanza tra potente e subordinato, tra schiavo e padrone, tra adulto e bambino.

"L’hai voluto tu!" normalmente segue ad un "ti avevo avvertito" e frasi di questo tipo vengono interiorizzate e diventano parte di un modello culturale esteso in ogni direzione.

Così se la polizia picchia la massa di manifestanti che dissente dalla politica del proprio governo è perchè "l’hanno voluto loro", e già che "li avevamo avvertiti".

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Stupri di gruppo con telefonino

Non un giorno senza che una donna sia uccisa o violentata. Così anche oggi ci troviamo a fare la lista degli stupri della settimana. Stavolta il primo premio lo vince Napoli. 

Primo settembre: una donna russa va a mangiare in una pizzeria, il pizzaiolo – italiano – la vede e decide di seguirla per esigere la mancia. La stupra vicino alla chiesa della Madonna di Fatima e se la Madonna di Fatima fosse stata presente in carne ed ossa scommetto che avrebbe stuprato anche lei.

Due settembre: una ragazza va ad un appuntamento con un tizio. Il tizio la costringe a fare sesso. Arrivano gli amici del tizio, in gran parte minorenni. Sono otto in tutto. La toccano, la palpano, la spogliano, la riprendono con il telefonino e minacciano di mettere in rete le immagini se lei non ci sta. La ragazza napoletana per fortuna se ne frega e scappa e urla più forte che può.

Non uno di questi otto balordi si è tirato indietro. Non uno di loro ha detto agli altri di smetterla.  

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Lo stupro per scherzo

Non so se ve ne siete accorte ma l’ultima moda in fatto di violenze sessuali e molestie è "lo scherzo". Uno dei ragazzi accusati di stupro nella notte di ferragosto ha dichiarato di essere entrato nel luogo in cui la ragazza sostiene di essere stata stuprata per "fare uno scherzo". Oggi abbiamo saputo di un’altra bella goliardata. I calciatori si sa: giocano in branco, sentono forte il senso della squadra e si incoraggiano a vicenda perchè ciascuno faccia il suo goal. Per i calciatori di una squadra giovanile questa cosa si è tradotta in molestia, ricatto, violenza di branco

Lei è una ragazzina di 13 anni. Fa sesso con uno del gruppo. Tutti italianissimi. Altri due la filmano e poi la ricattano affinchè lei faccia la stessa cosa con ciascuno di loro o altrimenti il video finisce su youtube. La "moda" è abbastanza diffusa e poggia sempre sulla convinzione che sia la ragazza a dover salvaguardare la reputazione e dunque che sia più grave che una ragazza possa essere filmata mentre fa sesso piuttosto che uno stronzo qualunque la ricatti per stuprarla.

Su questo genere di violenze potete leggere alcuni post interessanti "Foto hard su internet, cause ed effetti" e "Quando lui pubblica foto e video per fare violenza su di lei"

La ragazza di cui parliamo si dispera. Uno della squadra tradisce – ed è grandioso – lo spirito di corpo e va a chiamare il padre. Entrambi fermano tutto e i ricattatori molesti finiscono con una denuncia. Indovinate come si giustificano? Dicendo che si trattava di uno scherzo! Che ridere. Ah Ah Ah.

Dopo le violenze per raptus, quelle per depressione, quelle per gelosia, quelle per "troppo amore", quelle per "troppo alcool", quelle perchè lei ci stava, ora abbiamo anche la violenza per "scherzo".

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Il futuro dei libri e dell’editoria e le autoproduzioni

Una segnalazione: 

Reginazabo, che di recente ha condiviso la traduzione di un interessantissimo articolo sul futuro dei libri e dell’editoria, partecipa ad una esperienza di produzione-autoproduzione di una rivista letteraria atipica, una raccolta di scritti e racconti che è alla sua seconda uscita. Vi trovate cose veramente belle e interessanti. Molta scrittura originale che il mercato letterario commerciale vi propone assai raramente e spesso per firma di scrittori stranieri della cultura underground con una tiratura garantita dalla fama degli autori. Se volete rintracciarne il formato cartaceo potete trovare indicazioni qui.

La rivista è contenuta tra le Collane di Ruggine [ecco il numero 0 e il numero 1].