Category Archives: Activism

Antisessismo: accendiamo la sovversione comunicativa

In francia presentano una proposta di legge per combattere l’immagine distorta dei corpi femminili che viene prodotta da migliaia di foto ritoccate con appositi programmi di grafica usati per correggere ogni minima imperfezione. Abbiamo già parlato varie volte degli effetti della tirannia estetica. La proposta francese arriva a immaginare una avvertenza per ogni immagine nella quale si dovrebbe specificare che è stata ritoccata. Ci chiediamo però come bisognerebbe fare quando ad essere ritoccati sono i singoli fotogrammi di qualunque trasmissione tivu’, qualunque video, film, telefilm, pubblicità televisiva. Dovrà comparire un display costante in sovraimpressione? Chi lo sa.

In italia invece parte la campagna dell’Udi sicilia "La pubblicità dei cartelloni si può spegnere?". La proposta viene fatta propria dall’amministrazione comunale di Niscemi, cittadina recentemente teatro dello stupro di gruppo e del femminicidio di Lorena Cultraro, nella quale tutte le parti in causa si chiedono in più modi come fare a non promuovere cultura dello stupro. Il riferimento ovviamente va alle pubblicità sessiste nelle quali le donne assumono il ruolo di oggetti. 

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La supremazia della taglia

Ci scrive Chiara (che ringraziamo per le foto e la segnalazione):

"L’altro giorno, girovagando per Milano, mi sono imbattuta in metropolitana in questa pubblicità di un centro fitness (o palestra, che dir si voglia…).

Mi ha colpita molto negativamente per il pessimo gusto del cartellone nel complesso e per l’evidente volontà di imporre un modello estetico preciso, magro, tonico, non rispondente alla realtà nel 95% dei casi della popolazione. Soprattutto, però, è orribile il messaggio sottointeso al cartellone femminile: si vede questa donna sovrappeso, con un’espressione piuttosto ebete, in una camera tutta rosa (quasi infantile) e con un completino sempre rosa ammazza-desiderio. Il sedere modello che si vede nello specchio è invece vestito di un paio di slip di pizzo nero. Quasi a dire: se sei sovrappeso, sei una cicciona, infantile, un po’ tonta e che ovviamente nessuno troverà mai attraente.

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Wikipedia e il sessismo: come i maschilisti hanno distorto il senso di una parola

Non è la prima volta che ne parliamo. Wikipedia è una enciclopedia partecipativa e quello che c’è scritto viene dal contributo di persone che si registrano, propongono una pagina che se non contestata diventà verità del web.

Ottimo progetto nelle intenzioni ma assolutamente inaffidabile se preso di mira da una squadra di soggetti che si servono di quello strumento per alterare significati e propagare nuove parole d’ordine prive di una documentazione che non sia la loro opinione personale.

Ne avevamo parlato a proposito della pagina sull’antifemminismo, ora eliminata perchè totalmente priva di fonti, ma anche di altre pagine che potete consultare qui: [1] [2] [3] [4].

Stavolta bisogna proprio parlare della pagina che si riferisce al termine "sessismo". Il termine, lo sapete, si riferisce alla discriminazione sulla base del genere sessuale di appartenenza. Discriminazione che si esercita sulla base di ruoli, in casa, nel mondo del lavoro, nella società.

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Hi-tech e riviste di settore: la gnocca c’entra sempre!

Ci scrive Silent:

"Qualche settimana fa ero con il mio ragazzo. Ci fermiamo e lui entra in un negozio per comprare qualcosa da mangiare e qualcosa da leggere. Ritorna con dei biscotti e alcune riviste: Internazionale, Focus, Le Scienze, e Jack. Mi soffermo su quest’ultimo. E’ una rivista di tecnologia, dove in prima pagina, tra una minuscola fotografia di un i-phone e la scritta "Il GPS si infila nelle scarpe", troneggia una donna seminuda, gambe aperte e sguardo ammiccante. "Lo regalavano con Focus", mi dice. Lì per lì commento con una battuta del tipo "Potevi comprarti Playboy, sarebbe stato meno ipocrita". Poi inizio a sfogliarlo. Rimango a bocca aperta. Qualsiasi articolo, che riguardi il navigatore satellitare, il macbook o un nuovo modello di mouse è "abbellito" da immagini di attraenti fanciulle seminude, sempre con sguardi ammiccanti e sul punto di saltare addosso al lettore. Insomma, prima si parlava di "donne e motori", oggi si può tranquillamente dissertare di "donne e laptop". Lo faccio notare al mio ragazzo: "non trovi che sia squallido questo uso della gnocca in ogni singola pagina?". Non è un attacco a lui, vorrei semplicemente farlo ragionare. Lui ovviamente si mette sulla difensiva. Mi dice che sono maliziosa, che è chiaro che se ha comprato la rivista è solo per essere aggiornato sulle ultime novità tecnologiche e non sulla gnocca. Io gli dico "va bene, lo so, ma per come sono fatta io, per principio, una cosa del genere non la comprerei mai". Lui mi risponde con un pizzicotto sulla guancia, forse uno dei più irritanti della mia vita, dicendomi "Va bene, allora se la gnocca in copertina ti dà fastidio, vuol dire che la copriamo".
Insomma. Il messaggio che è arrivato al mio ragazzo, che mi conosce da tanti anni, è che mi sentivo in competizione con la gnocca da copertina.
Adesso, per dire, Jack si trova sul mobiletto del mio bagno. Posso dargli fuoco, senza apparire come la fidanzata bigotta, reazionaria, e anche un po’ invidiosetta?
"

Abbiamo risposto così:

"Cara silent,

certo puoi fare quello che vuoi. L’unica cosa è che bruciandolo ottieni l’effetto opposto. Non è nascondendo le immagini che fai capire a chiunque che quella storia non va bene. Ti consiglieremmo di fare una foto con un notebook tra le gambe – seno ben in vista – e di appenderla al tuo bagno. Una foto non ritoccata con photoshop, dove la bellezza non è stereotipata, una immagine ironica e spiritosa che prende in giro il modello tutto pose conturbanti e sospiri delle donne in copertina, con canoni estetici non massificati, rivoluzionaria per la modalità e non per la quantità di capi di abbigliamento che indossi. Lo stereotipo più feroce di queste copertine o del contenuto di certe riviste sta nel modello dominante che impongono. Se hai un corpo da donna normale, di quelli con i punti neri, le smagliature, qualche pelo, la cellulite, fotografalo. Fai vedere al tuo ragazzo un corpo non conformista. Perchè noi non siamo moraliste e bigotte e non vogliamo coprire il nudo. Noi vogliamo che il nudo ci rappresenti appieno, che se si parla di corpi di donne si parli davvero di noi e non si ammicchi ai maschi dando loro in pasto un computer e in allegato immagini che rappresentano il modello sexy che hanno in testa.

Ecco: una sostituzione è meglio del falo’ e il tuo ragazzo allora forse capirà perchè e di cosa ti sentivi espropriata.

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Fallocrazia e corpi di servizio

http://www.youtube.com/watch?v=DDZfPNtw7GE

—>>>Succede anche in rete e dunque postiamo anche qui. 

Questa è una sequenza di diapositive, che abbiamo portato a contributo, proiettate – per motivi di analisi, discussione e studio – durante il workshop antifascismo viola nella ladyfest di roma. QUI trovate il documentario sull’estremismo di destra che è servito come spunto di discussione. QUI trovate altri contributi per la discussione del workshop tra i quali il bon ton antifascista del collettivo tiresi@, una analisi del gruppo impronte e un mini report della prima giornata. La seconda giornata invece è stata operativa e orientata a creare idee, slogan, soggetti utili ad una campagna antifascista viola. Potete vedere una bozza (il numero zero) dello splendido lavoro che le ladies hanno fatto QUI e più in basso.

Il video è quello che è. Sopperisce alla carenza di upload di un file in power point che è diventato enorme. Per capire che roba è cliccateci sopra, usate il fermo immagine, il pause, e consideratelo un 1.0 di qualunque cosa vogliate.

Il meglio è ovviamente la colonna sonora: il pezzo di Ginevra di Marco, Malarazza.

Le diapositive in jpg, più grandi e comprensibili, le trovate QUI.

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Architetture di rete e loro attualizzazione attraverso un search engine di genere

Intervento su "cercatrice di rete" del 3 ottobre 2007 al ConvegnoWomen’s Lib-rary organizzato dal  Centro Studi e
Documentazione Pensiero Femminile di Torino.

di Marzia Vaccari

Per me è molto importante usare
la rete per mostrarvi alcuni percorsi per darvi qualche suggestione lungo il
percorso dello svelamento di nuovi meccanismi di “dominazione” inscritti nelle
tecnologie dell’ IC. Chi mi ha preceduto penso abbia insistito, e anche chi poi
continuerà dopo di me, su questa esigenza che i saperi, le competenze, la
produzione di informazione, la produzione culturale, gli archivi, i cataloghi,
diano ragione a un modo di rappresentare il mondo che è specificatamente
l’altra metà del cielo rispetto appunto a un generico neutro.

In questo caso penso che anche
Adriana abbia fatto capire bene come dietro la concezione del linguaggio neutro
ci sia la rappresentazione del simbolico maschile. Vorrei mostravi
concretamente questa astrazione attraverso l’ interrogazione, via Internet, del
catalogo delle biblioteche italiane. Utilizzerò la maschera che mi permette di
interrogare il Sistema Bibliotecario Nazionale, spero, mentre vi mostro
l’operazione a computer, che voi possiate anche aggiungere osservazioni, con la
vostra competenza, a questo ragionamento perché prendo in prestito questa
architettura di rete, non la conosco a sufficienza come penso invece molte di
voi la conoscano; perciò mi perdonerete se non sarò precisa.

In generale mi diverto molto a
guardare nella piattaforma software il gioco di nominazione linguistica che
veniva agito, perché nominare significa anche far esistere le cose e questo
l’ho imparato da Sabatini, da Adriana e dalle altre, da Patrizia Violi… e
nominare in questo caso significa nominare dentro a una piattaforma ad
un’architettura di rete qual’è il Sistema Bibliotecario Nazionale. Esso
raccoglie i cataloghi di 15.000 biblioteche italiane. Iniziamo con la ricerca
di una monografia, ma è possibile anche lo spoglio di una rivista. Cerchiamo
insomma del materiale documentale e non sappiamo esattamente il titolo
dell’opera; in un sistema come questo credo che il campo SOGGETTO e il campo
CLASSIFICAZIONE, NUMERO e DESCRIZIONE immediatamente ci invitano a digitare
delle parole chiave. Nel preparare questo intervento mi sono cimentata a
cercare che cosa mi può restituire il Sistema Bibliotecario Nazionale alla
parola stupro, scelta perché, non
dimentichiamolo mai, è densissima di significati spesso dolorosissimi per noi
donne.

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La rete non è neutra

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/gallery/77/LisaFoo.gif

E’ nato un nuovo blog che è anche un nuovo progetto. *La rete non è neutra* : Osservatorio
su linguaggi e comportamenti discriminatori e sessisti nella rete. Tecnologia,
internet di altri generi.
Vi copincollo il primo post di presentazione:

<<<<^^^>>>

In rete succede di tutto. Si usa un linguaggio che è il neutro maschile, si
privilegiano norme precise, per lo più maschie, bianche, etero. La stessa
tecnologia che sta alla base dei meccanismi di socializzazione in rete è spesso
androcentrica.

In rete trovi giochini online dove le donne sono sempre cameriere o
guerriere con due poppe spaventose. Fra i tanti spazi in web ce ne sono
moltissimi che dileggiano le donne, che ci intimano di smettere di esigere
diritti, che ci denigrano con le loro battute sessiste. Ci sono tanti forum,
blog, social network in generale dove non manca mai il tizio che lascia un
commento volgare, offensivo, sessista, discriminatorio, persino minaccioso.

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Donne, tecnologie, internet, corpi e realtà virtuali

Oggi fui a Cagliari a parlare di *Un altro genere di internet* e domani – sempre in terra sarda – partecipo alla presentazione del libro *Un altro genere di tecnologia*
(vi racconto tutto appena torno, giuro). Così per tenervi aggiornati
sul mio tour vi copincollo un’altra serie di iniziative strabelle a
cura della Libera Università delle Donne di Milano
che meritano di essere partecipate tutte (a partire dalla prima dell’8
novembre). Io coadiuverò Floriana Lipparini in una cosa che avverrà il
4 aprile 2009 dal titolo *Corpo negato, corpo reinventato: la realtà virtuale*.

L’Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano
promuove un ciclo di seminari sul tema

IL CORPO E LA POLIS:
IL PROTAGONISMO DEL CORPO NELLO SPAZIO PUBBLICO

Il tema, oggi di indiscussa attualità, è quello della
sovraesposizione, nello spazio pubblico, del corpo e di tutte le
esperienze essenziali dell’umano che hanno il corpo come parte in
causa: nascita, morte, crescita, sessualità, maternità, salute,
invecchiamento, ecc.
Sono tutte vicende, rimaste per secoli confinate nel “privato” e nella
sfera “personale” e quindi vissute in solitudine, come accadimenti
particolari di ogni singola vita, su cui intervengono oggi pesantemente
i massimi poteri, come lo Stato, la Chiesa, la scienza, il mercato, i
media, col rischio di alienare l’esperienza che ognuno fa del proprio
corpo, la capacità stessa di parlarne, di scriverne, nel momento in cui
prevalgono saperi, poteri e linguaggi pubblici.

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L’hackmeeting 2008 secondo me

Arrivare all’Ask191 di Palermo e trovarsi con una scopa in mano a spazzare fango e acqua e stato un attimo. L’hackmeeting
per me è cominciato così, qualche settimana prima delle date fissate,
quando ancora c’era molto da fare e tutt* erano all’opera per
reinventarsi un posto che non c’era, anzi che c’era ma per usi fino a
quel momento non così pretenziosi.

Ho trovato
chi rifaceva i bagni e si intestardiva perchè oltre alla rete idrica
bisognava piazzare anche le cassette dello scarico. C’era chi stava
rimettendo completamente a nuovo la cucina e la decorava e ridecorava
con la meticolosità di chi da valore ai luoghi che sente propri. C’era
chi riprogettava la rete elettrica e il lan space perchè in un
hackmeeting devi averci un bel po’ di elettricità e di sicuro devi
averci una rete funzionante.

L’organizzazione
divisa in gruppi per niente rigidi perchè poi si faceva quello che
c’era bisogno di fare. Dare di ramazza agli spazi dormitorio
immaginando che dovessero essere protetti, sicuri, senza pioggia. Così
siamo stati a sistemare le enormi aperture esterne, ad immaginare
argini contro il vento e la pioggia e a lavare via il fango accumulato
in anni e anni di polverosa esistenza palermitana. Ci siamo fatti
venire i calli che sono puntualmente esplosi per lasciarci doloranti a
continuare a tappare zone pericolose, strane buche che abbiamo
immaginato potessero rappresentare una sorta di rifugio segreto per qualcuno o per qualcosa, aperture alle pareti troppo basse e troppo larghe da non farci avvicinare nessuno. 

Nel frattempo
il gruppo cucina lavorava ad un progetto di bio-alimentazione fatto di
prodotti coltivati con metodi naturali e di un servizio di piatti in
mais. La monezza rigorosamente differenziata e il compost alimentare da
riciclare. Le posate di metallo da lavare con detersivi ecocompatibili.

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Palermo 26/28 settembre: Hackmeeting

Hackit Manifesto

Quest’anno l’hackmeeting si fa a Palermo dal 26 al 28 settembre. Il posto si chiama Ask 191 e la gente è sempre la stessa e di sicuro se ne aggiungerà ancora. Io ci sarò anzi sono già lì.

Meraviglios* ragazzi e ragazze dell’Ask191 e
tutt* gli/le appassionat* di hacking che via via stanno arrivando sono
al lavoro per rendere il posto accogliente e perfettamente attrezzato
per i tanti seminari e i tanti workshop che si terranno.

Il posto è fantastico
anche se non si capisce cos’era prima dell’occupazione o a cosa fosse
destinato. Pare appartenesse ad un mafioso e pare anche che abbia
interrotto la possibilità di costruzione di una strada. Di fatto è un
tempio di cemento elevato per celebrare i furti di risorse realizzati a
Palermo in tanti anni. Farci l’Hackmeeting è grandioso. Ci vediamo lì.
🙂

—>>>Da Femminismo a Sud