Corpi per finta

Ancora la Fatina Viola, più agguerrita che mai. Già abbiamo parlato dei modi in cui certe pubblicità vi fanno sentire delle chiaviche umane. Ci si mette anche l’università che grazie a qualche buon programma di grafica in 3D ci lascia intendere che non dobbiamo studiare per il nostro futuro ma per attirare studenti maschi.

Questa cosa dei programmi in 3D ce la suggerisce Ale in un commento. A proposito delle fantastiche 4 della campagna promozionale dell’università emiliana ci dice:

"Non vorrei sbagliare, ma quei corpi mi sembrano o ritoccati, oppure, quasi sicuramente, creati di sana pianta al computer con programmi tipo Poser. Quindi (se in effetti fosse così) il corpo fisico sparisce completamente per identificarsi in un corpo virtuale. (Stiamo disintegrando la natura ad ogni livello.)

A proposito di Poser, non soltanto in ambito televisivo il corpo della donna viene modificato a piacimento e reso un oggetto, ma anche con questo genere di programmi. Vorrei invitarvi ad entrare nei loro siti. Ebbene troverete una serie di immagini quasi tutte di donne mezze nude, rappresentate secondo l’immaginazione degli autori, tutti maschi. In particolare il modello di base, Victoria (alta, gambe lunghe al limite della fisica…, seno prosperoso, sempre al limite della fisica, insomma, tutto ciò che potrebbe arrapare un uomo, ma che, di fatto, non rappresenta per niente il corpo fisico di una donna).

E poi, ancora, le modellazioni organiche realizzate con 3d Studio Max, Maya, ecc. Anche qui si tratta sempre di corpi di donne nude. Difficilmente si troverà un tutorial che mostra la modellazione di un corpo maschile.
Voglio dire che forse bisognerebbe muoversi anche in tal ambiti e capire cosa accade nel mondo delle animazioni e della computer graphic. Capire, inoltre, per quale motivo gli uomini hanno tanta paura di se stessi e del proprio corpo nudo.
"

Detto fatto, ecco qualche esempio di quanto dice Ale:

Questa è Victoria.

Altre creazioni e la copertina della scatola del programma Poser.

Un’altra perfetta creazione in 3D. Da non crederci vero? Eppure è tutto falso. Misure, volti, lineamenti, tutto ad immagine e somiglianza dell’ideale di donna con la quale grafici e affini si divertono. Un immaginario fasullo che non somiglia alle donne reali le quali sono costrette ad inseguire mete estetiche fantasiose e irragiungibili fallite le quali cadranno inevitabilmente in depressione.

Il Poser world è abbastanza raccapricciante. Ma le stesse cose si possono fare, come dice Ale, con Maya, con 3D studio max, e immagino fosse questo genere di spinta virtuale che abbia ispirato il film S1m0ne.

Come possiamo competere con la materializzazione delle fantasie maschili? E il problema non sono certo le fantasie che ciascuno può avere nel modo che vuole. Il problema è che a noi non resta che interpretarle fedelmente, pena l’esclusione, la discriminazione, il sessismo più bieco.

Ale si pone la domanda: perchè nei tutorial di questi programmi si insegna a lavorare essenzialmente su corpi femminili? Perchè gli uomini hanno tanti problemi a lavorare sui propri corpi?

Non che non ci sia un sessismo rovesciato, autoimposto, con modelli maschili che rasentano anche quelli la follia (presto la versione al maschile di fallocrazia, corpi di servizio), ma davvero siamo al nazismo dell’immagine imposta.

In questo periodo, certamente l’avrete notato, ovunque voi vi trovate, qualunque cosa voi state guardando, televisione, cinema, manifesti per la strada, pubblicità su internet, quelle maledette pubblicità "dimagrisci in una settimana" che stazionano ossessivamente su facebook, c’e’ il mondo intero che vi chiede di dimagrire.

Non è chiaro? DOVETE DIMAGRIRE. E’ così. Non c’e’ niente da fare. Dovete dimagrire per forza e senza discussioni. Dovete massaggiarvi, stritolarvi, comprare attrezzi che sembrano venuti da marte, ingerire prodotti discutibilissimi, nutrirvi di anfetamine e ingerire quantità estreme di diuretico, etc etc.

Così come siete non va bene. Ve lo dicono tutti. Secondo tutta questa gente siete sbagliate! E qualunque sia il tono non è certamente più gentile di quello che usava Vanna Marchi. E’ una campagna ossessiva che ti dice che se non stai al di sotto di una certa taglia puoi anche suicidarti. Se non riesci a indossare un costumino striminzito puoi annegare tra le meduse. Se non ti convinci che sei un cesso e che devi spendere soldi per diventare "favolosa" ti chiameranno perdente. Dopodichè se tutti i soldi che spenderai non ti serviranno a diventare Monica Bellucci saranno gli estetisti o le commesse in profumeria pronte a dirti che non si possono certo fare miracoli. Cessa sei e cessa rimani perdipiù senza soldi perchè te li sei spesi cercando di obbedire al diktat del dimagrisci prima di mettere piede in spiaggia. Una vita intera a prepararsi per sfilare da qualche parte.

Noterete certo che non c’e’ nessuno che utilizzerà lo stesso tono perentorio per non permettere che trascuriate la vostra salute. Nessuno busserà alla vostra porta per farvi fare una mammografia. Nessuno farà stalking ossessivo per mandarvi in 3×2 a curarvi i denti. Nessuno vi offrirà cure miracolose per farvi guarire dalle malattie che ogni tanto capitano perchè addobbare l’esteriorità non significa certo stare bene in salute.

Bisogna consumare, consumare, consumare. Stare molto male con se stesse e poi comprare comprare comprare. E che importa se nel 2009 l’unica cura che tutti possiamo utilizzare è ancora l’antibiotico. Se l’ultima scoperta fatta in medicina è il cortisone, deleterio. Che non esiste cura per il cancro, l’aids, la sclerosi multipla, la lordosi, la paraplegia, la leucemia, le malattie autoimmuni, quelle cardiache, i tumori della pelle, le metastasi dappertutto. Che importa se in assenza di offerte serie le case farmaceutiche si sono date all’estetismo. Che importa se i nostri ospedali sono in fase di smantellamento e se la sanità smette sempre più di essere un diritto.

Siete madri? Mogli? Lavoratrici precarie? Studentesse? Vi fate un culo così dalla mattina alla sera? Siete costrette a mascherarvi per non farlo vedere?

Già, perchè fare vedere la condizione nella quale si vive non va bene. La società impone che la precarietà non ti si legga in faccia. Che lo stress lo trattieni sullo stomaco, al limite puoi farlo diventare un’ulcera ma mai una crepa sul tuo viso.

Il diktat non riguarda solo l’estetica. Riguarda il fatto che si creano strati sociali che selezionano sulla base di tante caratteristiche. Quella estetica è tra queste. La regola imporrebbe che non portassimo mai in giro le nostre difficoltà, le nostre malattie. Andare in vacanza al mare per tenere tutto nascosto. Perchè?

Perchè le donne non possono rilassarsi neppure in vacanza? Perchè devono vergognarsi di essere se stesse, belle, brutte, grasse, magre, in salute, malate, precarie, povere, affaticate, semplicemente persone. Perchè non possiamo mostrare i nostri disagi? Perchè bisogna dare l’idea di perfezione a tutti i costi? Perchè non bisogna parlare della crisi economica? Perchè? Già, perchè?

Tutto ciò, che ci crediate o meno, è collegato. Nella società dello spettacolo si vive di finzione. E’ fuoriposto chi porta in giro i problemi, chi manifesta in piazza per rivendicare diritti, chi annoia il mondo con noiose questioni di principio: la povertà, la diseguaglianza, il razzismo, il fascismo, il sessismo. 

Avete presente la giornalista del tg2 con gli occhi azzurri flap flap alla bambi? Quella che parlava del g8 come se raccontasse una favola di walt disney? E’ lei che parlando della manifestazione contro il g8 ha tirato un sospiro di sollievo, come dire: che antipatici costoro a rovinare la festa.

Noi non possiamo e non vogliamo essere donne virtuali. Siamo vive. Vive. Sarebbe ora che qualcuno se ne accorgesse. Sarebbe ora che smettessimo di nasconderci e che non ci sentissimo più subordinate alle fiction dello show business.

Guastiamogli la festa. Senza conformismi. Noi esistiamo. Parlate di voi. Invadete il mondo di parole e della vostra presenza. Fate scorrere la vita vera. Così, al naturale. Senza trucco. Senza finzione.

Una chiacchiera sbracata domani all’ora del the’?

A pelo lungo, mi raccomando. Per la depilazione c’e’ tempo.

da femminismo a sud 


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