Category Archives: Discriminazioni in rete

Chi tocca i maschilisti muore!

Ce l’hanno con noi. Non possono proprio rinunciare a esibire i loro commenti qui. Ci sono tanto ma tanto affezionati a tal punto che come forma di ribellione, in piena crisi d’astinenza da pubblicazione di commenti su questo blog, stanno parlando di noi nel loro Forum Maschile. Non possono proprio farne a meno!

Ci avvisa Rosa, nostra assidua frequentatrice che come noi si preoccupa dello stato della rete e osserva tutti i gruppi sessisti che gravitano nel web. Ci dice che parlano male di noi. Andiamo a dare un’occhiata ed è interessante il fatto che continuano ad insistere sui dati. Sono quelli che a loro stanno a cuore. Quei maledetti dati che dimostrano che le donne muoiono per mano degli uomini. Hanno una forte esigenza di essere riconosciuti, visti, guardati questi maschilisti del forum. Hanno la necessità di non essere "trascurati" questi uomini bisognosi di attenzioni e d’affetto.

Lo manifestano così, dicendo peste e corna di noi che lottiamo affinchè la cultura non sia sessista e misogina, affinchè gli uomini la smettano di fare male alle donne e commentando in maniera abbastanza eloquente articoli dei quotidiani che parlano di stupro. Prendete questo (clikkate sulle immagini per ingrandirle):

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Wikipedia e il maschilismo, ancora

http://1.bp.blogspot.com/_TsMvn6RhpYA/SMqk7hL6QgI/AAAAAAAAAQI/65jx8wVk8J8/s400/uffa.gifDi Wikipedia sotto attacco si parla in tanti/e. Questa settimana ne parla il magazine di Liquida, che sintetizza manipolazioni fatte anche nei wikipedia di altri paesi. In tempi non sospetti, già lo scorso novembre, Il Paese delle Donne pubblicava un pezzo nel quale raccontava – immaginando l’errore fatto da persone in buona fede e senza sospettare che ci fosse dietro un disegno di mistificazione precisa – di un altro esempio di totale disinformazione alla voce "maschilismo".

La pagina è chiaramente integrata o riscritta dallo stesso gruppo di "maschilisti" che sono responsabili della modifica di decine di pagine di wikipedia che hanno a che fare con le questioni di genere, stupro, violenza, sessismo, femminismo.

Proprio ieri il gruppo di persone che volontariamente seguono il progetto hanno cancellato la pagina "antifemminismo" della quale avevamo parlato e che non riportava altre fonti se non le opinioni personali di un gruppo preciso di uomini. Tutto quello che abbiamo scritto sulla questione potete leggerlo qui, qui e qui. Noi proviamo a lasciare alle nostre figlie un mondo diverso e una Wikipedia accessibile e lasciamo voi al pezzo de Il Paese delle donne.

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Wikipedia under attack fascio-maschilista. Update

Avevamo visto un po’ di link esterni che portavano dritti a gruppi neofascisti. Abbiamo trovato e segnalato anche una pagina alla voce "antifemminismo" che ora è al vaglio della cancellazione.

Riassumo la vicenda.
Wikipedia è uno strumento aperto ai contributi dei lettori. E’ in wiki,
a scrittura collettiva, e i contributi secondo le regole dovrebbero
avere un qualche criterio di veridicità storica e documentata.

Il progetto aperto
però, come spesso accade, attira le attenzioni di chi vorrebbe operare
revisionismo riscrivendo da se’ pagine varie in modo da poter dire
documentabile una sua personalissima tesi non dimostrata in nessun
modo.

Salto la questione dei fascisti dei quali abbiamo parlato nel post precedente. Mi rifiondo sulla storia dell’antifemminismo. In questo link [Leggi]
trovate quanto già scritto e anche altri link che portano dritto a siti
di individui che definiscono "antifemminismo" una serie di scritti
fortemente misogini che vorrebbero giustificare lo stupro e che negano
la violenza subìta dalle donne.

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Wikipedia in mano a fascisti e maschilisti?

Update:
dopo la pubblicazione di questo post, che vi invitiamo comunque a
leggere, abbiamo pubblicato un aggiornamento con altre notizie
altrettanto importanti. [Leggi

Già qualche giorno fa accennavamo che cercare una risorsa su wikipedia (italia) a proposito di organizzazioni neofasciste è diventato un po’ complicato. Ci sono pagine infarcite di link a forza nuova e ad altre organizzazioni simili. Pagine "informative" che finiscono casualmente per accreditare e illustrare un mondo di celtiche e svastiche, simboli e ideali che conosciamo bene.

I fascisti prendono tutto, con loro non si scherza. Volevano prendersi anche il web, ce l’hanno detto più volte. L’hanno scritto. Lo fanno da tanto tempo. Sin dalla prima Indymedia, con l’open publish che veniva sporcato continuamente con contenuti da fasci in missione virtuale. Hanno sempre aggirato, raggirato e sfruttato le modalità libertarie che stavano dietro l’open publish, i progetti in wiki di scrittura collettiva. Sono terroristi del web, che non rispettano alcuna netiquette. Ce l’hanno sempre detto. Sapevamo che non si trattava di uno scherzo. Perciò abbiamo sempre parlato di partigianeria digitale.

Molti fascisti, appartenenti a organizzazioni di destra, ex candidati nella lista "Aborto no grazie" dei fanatici pro-life, sono anche titolari di siti antifemministi. Ne abbiamo parlato e riparlato dicendo chi sono e cosa fanno.

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Allatti? Copriti, svergognata!

http://malapecora.noblogs.org/gallery/401/tettarotta.jpg

A proposito di "vietare l’osceno": guardate un po’ che succede su facebook. Di divieto di esposizione delle tette che allattano ne avevamo già parlato QUI. Ora più che parlarne, data l’assurdità della questione, suggerirei una catena di pubblicazioni di tette che allattano. Sarebbe ora di dire basta a questa censura misogina che deforma l’immaginario delle persone vietando persino che abbiano chiara la percezione del rapporto di carne e sangue che esiste tra una madre e la propria figlia o il proprio figlio. Io per ora non allatto e dunque prendo in prestito la tetta di Malapecora che allatta la meravigliosa Antonia.

E’ comunque veramente singolare che su facebook restino intatti nickname come "ebreo coprofilo merdoso" assieme a gruppi che progettano lo sterminio di rom, la carbonizzazione di centri sociali, e che esprimono valutazioni delicate sulle donne chiamandole non raramente vacche, e poi siano giudicate "oscene" le foto di madri che allattano i propri figli e le proprie figlie. Scatenare contraddizioni in quel luogo, così come in tutta la rete è okay ma riflettendo: quali sono gli altri spazi della rete che non impongono questi stessi limiti e queste stesse restrizioni nel mondo del social network? Servizi blog? Community? Canali di ricerca? E’ una questione che riguarda solo facebook o tutta la rete?

Parliamone.


Siti antifemministi: chi sono, cosa fanno, cosa vogliono

http://leribellule.noblogs.org/gallery/596/105658-antifa_hs_fuck.jpg

In principio fu il sito Antifemminista.
Una miscela di misoginia vittimista dai contenuti diffamatori. Non per
qualcuna in particolare: per tutte le donne che sono vittime di stupri.
Il verbo diffuso consiste nel fatto che le donne mentono, tutte. Perciò
non esistono stupratori ma soltanto donne bugiarde che fanno presa su
un mondo invaso dalla misandria.

E’ bastato poco per scoprire che il sito, piazzato nel circuito altervista, ha delle preferenze relazionali – lo si vede dai link – con Miguel Martinez, meglio conosciuto come Kelebek. Lui è destrorso da campi antimperialisti,
quelli che si intrufolano negli ambienti di sinistra con la scusa che
appoggiano la resistenza iraquena e palestinese e che mentre contestano
la politica di israele diffondono antisemitismo. Per capire quali sono
i legami di questo gruppo basta vedere chi ha fatto la raccolta firme (tra le quali quella di un tale Adel Smith)
per la liberazione di Pasquinelli, leader dei campi antimperialisti che
qualche anno fa finì sotto inchiesta per presunti legami con il
terrorismo filo iraqueno.

Sempre su altervista, che offre hosting e dunque non è oggetto della nostra attenzione in questa ricerca, troviamo il sito "Orgoglio etero" sulla cui home troneggiano due personaggi più "trasparenti" della destra italiana. Salvatore Marino
e Ysela Ceccomancini. Il simbolo che attualmente li rappresenta è
quello de "La Destra Nazionale – Nuovo Msi" a supporto della Santanchè.

E’ certamente noto a tutt* che la Santanchè ha scritto qualche libro che si può trovare negli scaffali delle librerie alla sezione "femminismo".
Nulla certamente ci lega alle sue posizioni, ma la sua analisi sulle
donne a religione islamica costrette dal velo ci indurrebbero a pensare
che nel suo partito le voci imbarazzanti contro le donne dovrebbero
essere assai meno visibili. 

I due militanti de "La Destra"
invece di visibilità ne cercano e ne ottengono tanta. Marino, in
particolare, si diletta in trasmissioni video – che potete facilmente
trovare in rete – nei quali ama ragionare di "maschilisti cristiani", "amici dei musulmani" e a noi gioiosamente promette che "vi inforcheranno nel culo a voi lesbiche e femministe di merda" e ci "spiega" che "la violenza non va provocata". Come tanti altri fascisti aggiornati nell’era della tecnologia, lui usa molto i social network, youtube, e ogni altro canale video o in ipertesto di diffusione del "suo messaggio" che si riassume
in una "ninna nanna maschilista"  che dedica a noi "femministe acide e
sinistre
" e ai nostri progetti che a parer suo sarebbero "satanici". Infine assieme alla sua fan più accanita Ceccomancini ha aperto un tot di siti tutti dello stesso tenore. 

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La rete non è neutra

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/gallery/77/LisaFoo.gif

E’ nato un nuovo blog che è anche un nuovo progetto. *La rete non è neutra* : Osservatorio
su linguaggi e comportamenti discriminatori e sessisti nella rete. Tecnologia,
internet di altri generi.
Vi copincollo il primo post di presentazione:

<<<<^^^>>>

In rete succede di tutto. Si usa un linguaggio che è il neutro maschile, si
privilegiano norme precise, per lo più maschie, bianche, etero. La stessa
tecnologia che sta alla base dei meccanismi di socializzazione in rete è spesso
androcentrica.

In rete trovi giochini online dove le donne sono sempre cameriere o
guerriere con due poppe spaventose. Fra i tanti spazi in web ce ne sono
moltissimi che dileggiano le donne, che ci intimano di smettere di esigere
diritti, che ci denigrano con le loro battute sessiste. Ci sono tanti forum,
blog, social network in generale dove non manca mai il tizio che lascia un
commento volgare, offensivo, sessista, discriminatorio, persino minaccioso.

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Netiquette femminista

Avete presente la netiquette? Voglio emendarla. Se faccio sul serio? Non so. Intanto mi invento una netiquette femminista 🙂

Se
è vero che la rete è uno spazio libero dove si realizza una sorta di
abbattimento delle barriere sociali e non ci sono più differenze
eccetera eccetera, allora perché la netiquette privilegia solo gli
addetti ai lavori?

Frequento la rete da
molti anni e il mio punto di vista è che la storia dell’abbattimento
delle barriere è tutta una balla buona per lasciare spazio a forme di
egemonia ambigue e totalitarie.

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La
rete può essere un fantastico luogo di lavoro e di socializzazione
creativa o un corridoio buio attraverso il quale il passaggio è
costellato da schiaffoni e pedate nel culo da parte di mani e piedi
invisibili (perchè tutelati da un anonimato che certo servirebbe a
preservare aree di libertà e non a diventare rifugio di codardi che di
mestiere sanno solo insultare e diffamare). Roba da far venire la
sindrome da accerchiamento o la paranoia (termine assai usato nella
rete).

La rete è una beffa perché finge di accogliere chiunque e
finisce per essere costellata da centinaia di luoghi settari che
privilegiano il concetto utilitaristico e meritocratico di capacità
produttiva (senza differenze di genere, certo).

La
rete è una piazza irrispettosa dove non si tiene conto delle differenze
perché tenerne conto sarebbe troppa fatica. Così si continua in una
utopia alla quale nessuno in fondo crede più, perché il restringimento
degli spazi e la burocrazia dei gruppi dice che c’e’ molto poco di
libero nella rete. Solo rari esempi che sopravvivono per convinzione
umana e politica e che di tanto in tanto provano a guardarsi dentro per
capire come procedere. Esempi che hanno a cuore la libertà in rete e si
preoccupano del reale restringimento degli spazi determinato dal
tecno-controllo e dalle costanti violazioni della privacy.

Come
nella vita reale, nella rete ci sono gruppi di affinità, ci sono
livelli di diversità che non vengono trattati in maniera adeguata. Io –  sebbene
un po’ vi abbia fatto l’abitudine – non riesco comunque a immaginare
una conversazione tra un ragazzino di 15 anni e una donna di 60 che
vada diversamente da un: “Mi spieghi per favore come posso fare questa
cosa?” e lui “Sbattiti e impara. Cerca su google.it e troverai tutti i
manuali che ti servono…”

Dove sta la libertà
in una conversazione come questa? Dove sta l’assenza di regole? Dove
sta la comunanza, la condivisione,
l’abbattimento/accettazione/comprensione delle diversità? Di quali
diversità si parla allora? Di quelle di genere? Quando stiamo nella
rete noi smettiamo di essere donne? Gli uomini smettono improvvisamente
di essere uomini? Smettiamo di essere di culture, di età e formazione
diverse?

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