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Donne: indossate il burqa per stare sul web!

Puntata di Forum 3 giugno in quella rete quattro che neppure dovrebbe stare in analogico non fosse per la legge Gasparri meglio conosciuta come salva rete4.

Forum è una trasmissione condotta da rita dalla chiesa con l’aiuto di due signori che dispensano opinioni su qualunque materia. I primi tempi di Forum c’era la Tina Lagostena Bassi a presiedere le sedute. Stimabile donna che ricorderete per "Processo per stupro" e che ad un certo punto si è appassionata alla materia berlusconiana. Poi si alterno’ con quello scioglilingua di Santi Licheri.

Forum è un processo pubblico senza avvocati. Ci sono due contendenti, un accusatore e un’accusato, c’e’ il giudice, si chiacchiera per chiarire i motivi del procedimento, poi il giudice si ritira a decidere e nel frattempo accusato e accusatore sono sottoposti a linciaggio pubblico. Il linciaggio è istigato e rintuzzato dai due co-conduttori. Anche Rita dalla Chiesa è dispensatrice spesso di consigli e giudizi sull’universo mondo.

Negli ultimi tempi, mi dicono, a processo ci sono spesso tante donne. Accusate di aver deciso di abortire senza aver coinvolto il padre del bambino, di aver intrecciato relazioni con qualcuno mentre l’ex marito passava gli alimenti, di aver abbandonato la madre del marito al suo destino guadagnandosi l’epiteto di donna fedigrafa e moglie sdisonorata, e via di questo passo.

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Virtualizzazione dello spazio pubblico e blog delle donne

Testo dell’intervento fatto da enza panebianco nell’ambito dell’iniziativa "I beni comuni delle donne", a cura del Server Donne (http://www.women.it ) durante la quale è stata presentata la Biblioteca digitale delle donne:

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Lo spazio pubblico è quel luogo al quale tutt* hanno diritto di accedere. E’ un luogo per il quale dovrebbe essere garantita la gratuità e la non esclusione nei confronti di nessun*.

Lo spazio pubblico, inteso come bene comune, è sicuramente un luogo che le donne ambiscono ad attraversare, contaminare, occupare, a seconda di quali sono le pratiche che loro vorranno utilizzare per raggiungere il proprio obiettivo.

Il web però non è esattamente un luogo accessibile a tutte. Prima di tutto perché non è gratis e dunque ci discrimina se siamo povere, precarie, non in grado di pagarci uno dei tanti abbonamenti adsl. (per la crescente femminilizzazione della povertà le donne sono maggiormente penalizzate e discriminate)

Non è però sufficiente neppure pagarsi una connessione. Per esserci devi pagare pegno comprando uno spazio da un provider per farci un sito, oppure diventando funzionale a progetti di commercializzazione del social network avviati da altri. Mi riferisco a quelle piattaforme blog che impongono la presenza di spazi pubblicitari google adsense o a quell’enorme bacino di utenza che è facebook.

Di fatto la nostra presenza in rete è comunque “utile” ai business e sottrarsi diventa difficile e a volte impossibile.

Il web non è una piazza che si può squattare ed è oramai vana l’illusione di poterlo utilizzare come muro sul quale lasciare i nostri graffiti, come si penso’ ai tempi dell’open publish della primissima indymedia. Concetto oramai superato dal fatto che chiunque può aprire un blog.

Il web è quasi del tutto uno spazio privato, di pochi, altro che pubblico. Il web è uno spazio nel quale c’e’ chi si appropria dei beni comuni.

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Siti antifemministi: chi sono, cosa fanno, cosa vogliono

http://leribellule.noblogs.org/gallery/596/105658-antifa_hs_fuck.jpg

In principio fu il sito Antifemminista.
Una miscela di misoginia vittimista dai contenuti diffamatori. Non per
qualcuna in particolare: per tutte le donne che sono vittime di stupri.
Il verbo diffuso consiste nel fatto che le donne mentono, tutte. Perciò
non esistono stupratori ma soltanto donne bugiarde che fanno presa su
un mondo invaso dalla misandria.

E’ bastato poco per scoprire che il sito, piazzato nel circuito altervista, ha delle preferenze relazionali – lo si vede dai link – con Miguel Martinez, meglio conosciuto come Kelebek. Lui è destrorso da campi antimperialisti,
quelli che si intrufolano negli ambienti di sinistra con la scusa che
appoggiano la resistenza iraquena e palestinese e che mentre contestano
la politica di israele diffondono antisemitismo. Per capire quali sono
i legami di questo gruppo basta vedere chi ha fatto la raccolta firme (tra le quali quella di un tale Adel Smith)
per la liberazione di Pasquinelli, leader dei campi antimperialisti che
qualche anno fa finì sotto inchiesta per presunti legami con il
terrorismo filo iraqueno.

Sempre su altervista, che offre hosting e dunque non è oggetto della nostra attenzione in questa ricerca, troviamo il sito "Orgoglio etero" sulla cui home troneggiano due personaggi più "trasparenti" della destra italiana. Salvatore Marino
e Ysela Ceccomancini. Il simbolo che attualmente li rappresenta è
quello de "La Destra Nazionale – Nuovo Msi" a supporto della Santanchè.

E’ certamente noto a tutt* che la Santanchè ha scritto qualche libro che si può trovare negli scaffali delle librerie alla sezione "femminismo".
Nulla certamente ci lega alle sue posizioni, ma la sua analisi sulle
donne a religione islamica costrette dal velo ci indurrebbero a pensare
che nel suo partito le voci imbarazzanti contro le donne dovrebbero
essere assai meno visibili. 

I due militanti de "La Destra"
invece di visibilità ne cercano e ne ottengono tanta. Marino, in
particolare, si diletta in trasmissioni video – che potete facilmente
trovare in rete – nei quali ama ragionare di "maschilisti cristiani", "amici dei musulmani" e a noi gioiosamente promette che "vi inforcheranno nel culo a voi lesbiche e femministe di merda" e ci "spiega" che "la violenza non va provocata". Come tanti altri fascisti aggiornati nell’era della tecnologia, lui usa molto i social network, youtube, e ogni altro canale video o in ipertesto di diffusione del "suo messaggio" che si riassume
in una "ninna nanna maschilista"  che dedica a noi "femministe acide e
sinistre
" e ai nostri progetti che a parer suo sarebbero "satanici". Infine assieme alla sua fan più accanita Ceccomancini ha aperto un tot di siti tutti dello stesso tenore. 

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Sodomie legislative [atto III°]

Ricordate le sodomie legislative? Quello strano ddl che incastrava tutt* i/le blogger per poterli/le reprimere meglio? Dopo l’atto I° e l’atto II° ecco a voi ora il III° atto. Questo governo ci riprova. Ve lo raccontano i tipi di Punto Informatico. Copio e incollo. Fate passa parola. Vogliono chiudere la bocca a tutt* noi.
[QUI un aggiornamento da Punto Informatico su come si sta evolvendo la vicenda]

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Roma – Era ottobre 2007. Il consiglio dei ministri approvava il cosiddetto "DdL Levi-Prodi", disegno di legge che prevedeva per tutti i blog l’obbligo di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione e la conseguente estensione sulle loro teste dei reati a mezzo stampa.

La notizia, scoperta del giurista Valentino Spataro e rilanciata da Punto Informatico, fece scoppiare un pandemonio. Si scusarono e dissociarono i ministri Di Pietro e Gentiloni, ne rise il Times, Beppe Grillo pubblicò un commento di fuoco sul suo blog. Il progetto subì una brusca frenata e dopo un po’ le acque si calmarono. Cadde il governo Prodi.

Un anno dopo: novembre 2008. Un altro giurista, Daniele Minotti, si accorge che il progetto di legge gira di nuovo nelle aule del nostro Parlamento, affidato in sede referente alla commissione Cultura della Camera (DdL C. 1269).

Minotti ne fa una breve analisi sul proprio blog, marcando le diversità fra il nuovo testo e quello precedente. Abbiamo tuttavia alcune differenze di interpretazione. Diamo insieme un’occhiata ai punti salienti del progetto di Legge per capire cosa possono aspettarsi i navigatori e i blogger italiani:

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La rete non è neutra

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/gallery/77/LisaFoo.gif

E’ nato un nuovo blog che è anche un nuovo progetto. *La rete non è neutra* : Osservatorio
su linguaggi e comportamenti discriminatori e sessisti nella rete. Tecnologia,
internet di altri generi.
Vi copincollo il primo post di presentazione:

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In rete succede di tutto. Si usa un linguaggio che è il neutro maschile, si
privilegiano norme precise, per lo più maschie, bianche, etero. La stessa
tecnologia che sta alla base dei meccanismi di socializzazione in rete è spesso
androcentrica.

In rete trovi giochini online dove le donne sono sempre cameriere o
guerriere con due poppe spaventose. Fra i tanti spazi in web ce ne sono
moltissimi che dileggiano le donne, che ci intimano di smettere di esigere
diritti, che ci denigrano con le loro battute sessiste. Ci sono tanti forum,
blog, social network in generale dove non manca mai il tizio che lascia un
commento volgare, offensivo, sessista, discriminatorio, persino minaccioso.

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Il sito antifemminista

Notizie dal web: qualcun* ha sentito il bisogno di realizzare un sito antifemminista
(in
lingua italiana) in cui si parla della "misandria" della tivu’
italiana e si insiste molto sul fatto che le donne "inventano" sempre
le accuse di stupro. Il sito presenta una serie di argomenti che sono
attribuibili a qualunque sesso. Non vogliamo essere malapensanti e non
vogliamo
cercare per forza la mano di un uomo dietro questo sito. Nei processi
per
stupro l’accusa di simulazione e l’epiteto "puttana" vengono elargiti
egualmente da uomini e donne, massimo esempio della realizzazione delle
pari opportunità. Siamo il paese di poeti, santi, navigatori,
stupratori e mamme e amiche degli stupratori. Non ci facciamo
mancare mai niente. Tra i link disponibili un paio di indirizzi che
ricordano
vagamente siti con un discreto attaccamento agli argomenti
"antimperialisti" (destra un po’ terzoposizionista). Si tratta
sicuramente di persona o persone con livelli di evoluzione mentale che
hanno
superato la soglia del paleolitico.

—>>>Da Femminismo a Sud


Sorelle d’Italia

Qualche giorno fa Giulia mi scrive e mi parla di un progetto appena nato: Sorelle d’Italia. Così mi invita a far parte della crew e io – tempo due minuti – accetto con entusiasmo.

L’idea di chiacchierare di
donne a più voci parodiando stili patriottici mi pare una bella sfida.
Così come è davvero bello sperimentare un confronto taglia e cuci che
poi è anche un incontro di presenze consolidate, di opinioni varie che
senza omologarsi tendono a rappresentare una complessità che oggi pare
impossibile leggere in ogni luogo, compresi anzi soprattutto quelli
dove si parla di corpi e metabolismi femminili.

Oggi vanno di moda:
generalizzazione e universalismi. Ghetti e nicchie di settore. Allora
spunta dal niente uno spazio a opinione multipla. E a me pare una bella
cosa.

Non si parla di cosmetici
e carnazza in esposizione. Tette ripiene e cosce liposuzionate. Si
parla di tutto con ironia e impegno, con leggerezza o apparente
svagatezza. Ciascuna chiacchiera di come vede se stessa, le proprie
cose e il mondo. Senza voler insegnare niente a nessuno. Senza che
questa costituisca una cattedra di competenti opinioniste su faccende
mestruate.

Solo donne
di vario genere che si confrontano e che in ogni parola lasciano
intendere di voler svelare verità negate, percezioni falsate. Ed è
quello che ho letto fino ad ora: ho visto che chi scrive vuole parlare
di qualcuna di queste verità confuse o neppure ammesse nel dibattito
che ci riguarda. Brutte, sporche e cattive. Belle, meravigliose e
differenti. Siamo individu* senza colonna sonora di "donne du du du, in
cerca di guai". Senza "angolo dell’ammore" e rubrica di ‘stu core.
Senza  "speciale donne" sulla tele nazionale per l’otto marzo. Senza
mimose fra i capelli…

Non so cosa diventerà
questo spazio. Per ora c’e’ e ci sono anch’io assieme a tante altre.
Intanto per apparecchiarmi all’ambiente corro a mettere un po’ di
cipria sul naso 🙂

—>>>Da Femminismo a Sud