L’accesso a internet e la tutela della privacy è un diritto. Lo dice la Raccomandazione sulle libertà fondamentali su internet approvata dal Parlamento Europeo mentre altrove c’e’ chi (telecom package) progetta la fine della Rete Aperta (ovvero si preparano in regime di monopolio a farci vedere solo porzioni di internet, pacchetti diversificati come per i canali satellitari).
La francia proponeva di disconnettere le linee degli utenti che violavano i diritti d’autore (anche in quel caso è stata usata la carta della lotta contro la pedofilia per rafforzare il controllo su internet), dall’italia venivano segnali strani (vedi d’alia, carlucci, etc). L’europa risponde dicendo che la lotta per la sicurezza contro il terrorismo, contro la pedofilia è ok (ci sarebbe da parlarne, esplicitando la contraddizione e approfondire: nel senso che spesso questi due motivi sono usati spesso dai governi per violare la privacy e per sopprimere dissenso e libertà d’opinione. ultimo caso a Dresda), che il fatto che la tecnologia consenta oggi di monitorare l’attività su internet di tutti i cittadini non significa che si debba fare (per il rispetto della privacy) e che l’anonimato (ovvero la scelta di non camminare via web con un numeretto da schedatura nazista stampato sul braccio) resta un diritto. A proposito di blog dice che non si dovrebbero toccare perchè sono un fondamentale strumento che consente una rapida alfabetizzazione digitale. Dice poi che la libertà d’espressione va tutelata a tutti i livelli, che mai dovrà essere utilizzato un potere dello stato per limitare la libertà d’opinione.