Hi-tech e riviste di settore: la gnocca c’entra sempre!

Ci scrive Silent:

"Qualche settimana fa ero con il mio ragazzo. Ci fermiamo e lui entra in un negozio per comprare qualcosa da mangiare e qualcosa da leggere. Ritorna con dei biscotti e alcune riviste: Internazionale, Focus, Le Scienze, e Jack. Mi soffermo su quest’ultimo. E’ una rivista di tecnologia, dove in prima pagina, tra una minuscola fotografia di un i-phone e la scritta "Il GPS si infila nelle scarpe", troneggia una donna seminuda, gambe aperte e sguardo ammiccante. "Lo regalavano con Focus", mi dice. Lì per lì commento con una battuta del tipo "Potevi comprarti Playboy, sarebbe stato meno ipocrita". Poi inizio a sfogliarlo. Rimango a bocca aperta. Qualsiasi articolo, che riguardi il navigatore satellitare, il macbook o un nuovo modello di mouse è "abbellito" da immagini di attraenti fanciulle seminude, sempre con sguardi ammiccanti e sul punto di saltare addosso al lettore. Insomma, prima si parlava di "donne e motori", oggi si può tranquillamente dissertare di "donne e laptop". Lo faccio notare al mio ragazzo: "non trovi che sia squallido questo uso della gnocca in ogni singola pagina?". Non è un attacco a lui, vorrei semplicemente farlo ragionare. Lui ovviamente si mette sulla difensiva. Mi dice che sono maliziosa, che è chiaro che se ha comprato la rivista è solo per essere aggiornato sulle ultime novità tecnologiche e non sulla gnocca. Io gli dico "va bene, lo so, ma per come sono fatta io, per principio, una cosa del genere non la comprerei mai". Lui mi risponde con un pizzicotto sulla guancia, forse uno dei più irritanti della mia vita, dicendomi "Va bene, allora se la gnocca in copertina ti dà fastidio, vuol dire che la copriamo".
Insomma. Il messaggio che è arrivato al mio ragazzo, che mi conosce da tanti anni, è che mi sentivo in competizione con la gnocca da copertina.
Adesso, per dire, Jack si trova sul mobiletto del mio bagno. Posso dargli fuoco, senza apparire come la fidanzata bigotta, reazionaria, e anche un po’ invidiosetta?
"

Abbiamo risposto così:

"Cara silent,

certo puoi fare quello che vuoi. L’unica cosa è che bruciandolo ottieni l’effetto opposto. Non è nascondendo le immagini che fai capire a chiunque che quella storia non va bene. Ti consiglieremmo di fare una foto con un notebook tra le gambe – seno ben in vista – e di appenderla al tuo bagno. Una foto non ritoccata con photoshop, dove la bellezza non è stereotipata, una immagine ironica e spiritosa che prende in giro il modello tutto pose conturbanti e sospiri delle donne in copertina, con canoni estetici non massificati, rivoluzionaria per la modalità e non per la quantità di capi di abbigliamento che indossi. Lo stereotipo più feroce di queste copertine o del contenuto di certe riviste sta nel modello dominante che impongono. Se hai un corpo da donna normale, di quelli con i punti neri, le smagliature, qualche pelo, la cellulite, fotografalo. Fai vedere al tuo ragazzo un corpo non conformista. Perchè noi non siamo moraliste e bigotte e non vogliamo coprire il nudo. Noi vogliamo che il nudo ci rappresenti appieno, che se si parla di corpi di donne si parli davvero di noi e non si ammicchi ai maschi dando loro in pasto un computer e in allegato immagini che rappresentano il modello sexy che hanno in testa.

Ecco: una sostituzione è meglio del falo’ e il tuo ragazzo allora forse capirà perchè e di cosa ti sentivi espropriata.

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Corpi per finta

Ancora la Fatina Viola, più agguerrita che mai. Già abbiamo parlato dei modi in cui certe pubblicità vi fanno sentire delle chiaviche umane. Ci si mette anche l’università che grazie a qualche buon programma di grafica in 3D ci lascia intendere che non dobbiamo studiare per il nostro futuro ma per attirare studenti maschi.

Questa cosa dei programmi in 3D ce la suggerisce Ale in un commento. A proposito delle fantastiche 4 della campagna promozionale dell’università emiliana ci dice:

"Non vorrei sbagliare, ma quei corpi mi sembrano o ritoccati, oppure, quasi sicuramente, creati di sana pianta al computer con programmi tipo Poser. Quindi (se in effetti fosse così) il corpo fisico sparisce completamente per identificarsi in un corpo virtuale. (Stiamo disintegrando la natura ad ogni livello.)

A proposito di Poser, non soltanto in ambito televisivo il corpo della donna viene modificato a piacimento e reso un oggetto, ma anche con questo genere di programmi. Vorrei invitarvi ad entrare nei loro siti. Ebbene troverete una serie di immagini quasi tutte di donne mezze nude, rappresentate secondo l’immaginazione degli autori, tutti maschi. In particolare il modello di base, Victoria (alta, gambe lunghe al limite della fisica…, seno prosperoso, sempre al limite della fisica, insomma, tutto ciò che potrebbe arrapare un uomo, ma che, di fatto, non rappresenta per niente il corpo fisico di una donna).

E poi, ancora, le modellazioni organiche realizzate con 3d Studio Max, Maya, ecc. Anche qui si tratta sempre di corpi di donne nude. Difficilmente si troverà un tutorial che mostra la modellazione di un corpo maschile.
Voglio dire che forse bisognerebbe muoversi anche in tal ambiti e capire cosa accade nel mondo delle animazioni e della computer graphic. Capire, inoltre, per quale motivo gli uomini hanno tanta paura di se stessi e del proprio corpo nudo.
"

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Fallocrazia e corpi di servizio

http://www.youtube.com/watch?v=DDZfPNtw7GE

—>>>Succede anche in rete e dunque postiamo anche qui. 

Questa è una sequenza di diapositive, che abbiamo portato a contributo, proiettate – per motivi di analisi, discussione e studio – durante il workshop antifascismo viola nella ladyfest di roma. QUI trovate il documentario sull’estremismo di destra che è servito come spunto di discussione. QUI trovate altri contributi per la discussione del workshop tra i quali il bon ton antifascista del collettivo tiresi@, una analisi del gruppo impronte e un mini report della prima giornata. La seconda giornata invece è stata operativa e orientata a creare idee, slogan, soggetti utili ad una campagna antifascista viola. Potete vedere una bozza (il numero zero) dello splendido lavoro che le ladies hanno fatto QUI e più in basso.

Il video è quello che è. Sopperisce alla carenza di upload di un file in power point che è diventato enorme. Per capire che roba è cliccateci sopra, usate il fermo immagine, il pause, e consideratelo un 1.0 di qualunque cosa vogliate.

Il meglio è ovviamente la colonna sonora: il pezzo di Ginevra di Marco, Malarazza.

Le diapositive in jpg, più grandi e comprensibili, le trovate QUI.

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Un emendamento da rettificare

http://farm4.static.flickr.com/3228/2818472613_f81b86ac71.jpgEccolo infine: l’emendamento sulle intercettazioni che amplia il suo terreno di applicazione anche ai blog raggruppandoli nella categoria di "siti informatici" [Leggi l’articolo di Punto Informatico quello di Google Italia]. I blogger normalmente non fanno informazione, prendono appunti, tengono un diario, commentano le notizie date da altri, condividono contenuti, senza periodicità. Perciò non sono testate di informazione e perciò non si applica sui blog la stessa legislazione che riguarda la stampa. 

L’intero emendamento regola le intercettazioni e pone divieti al mondo della stampa che non potrà più pubblicare un solo rigo relativo indagini con intercettazioni fino a che non si arriva al processo. Non si potrà più scrivere che tizio e caio sono indagati se si è arrivati all’indagine attraverso le intercettazioni. La pena per chi trasgredisce è il carcere o una multa salata.

Per il mondo giornalistico che segue il principio del "dovere di informare" questo diventa un atto di vera e propria censura. Un modo per tutelare l’immagine di alcuni soggetti mentre non c’e’ dubbio che il rom sorpreso a raccattare rame sarà schiaffato in prima pagina senza nessuna conseguenza.

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Donne: indossate il burqa per stare sul web!

Puntata di Forum 3 giugno in quella rete quattro che neppure dovrebbe stare in analogico non fosse per la legge Gasparri meglio conosciuta come salva rete4.

Forum è una trasmissione condotta da rita dalla chiesa con l’aiuto di due signori che dispensano opinioni su qualunque materia. I primi tempi di Forum c’era la Tina Lagostena Bassi a presiedere le sedute. Stimabile donna che ricorderete per "Processo per stupro" e che ad un certo punto si è appassionata alla materia berlusconiana. Poi si alterno’ con quello scioglilingua di Santi Licheri.

Forum è un processo pubblico senza avvocati. Ci sono due contendenti, un accusatore e un’accusato, c’e’ il giudice, si chiacchiera per chiarire i motivi del procedimento, poi il giudice si ritira a decidere e nel frattempo accusato e accusatore sono sottoposti a linciaggio pubblico. Il linciaggio è istigato e rintuzzato dai due co-conduttori. Anche Rita dalla Chiesa è dispensatrice spesso di consigli e giudizi sull’universo mondo.

Negli ultimi tempi, mi dicono, a processo ci sono spesso tante donne. Accusate di aver deciso di abortire senza aver coinvolto il padre del bambino, di aver intrecciato relazioni con qualcuno mentre l’ex marito passava gli alimenti, di aver abbandonato la madre del marito al suo destino guadagnandosi l’epiteto di donna fedigrafa e moglie sdisonorata, e via di questo passo.

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Giochi sessisti

http://www.youtube.com/watch?v=_SXNAtwYMBw

Avete presente i giochini della nintendo wii per uomini, o anche quelli cosiddetti "per famiglia" con calcio, corse, pugilato, tutto maschiocentrico? Una parodia belga ci mostra l’unico ruolo che alle donne verrebbe riservato nei giochi se decidessero di dedicare una attenzione al nostro genere.

La parodia in effetti è vicinissima alla realtà. Guardate che tipo di giochini sono disponibili online for girls: quiqui.

Puoi giocare a fare la mamma, la moglie, la parrucchiera, la sarta, la cameriera, puoi avere cura di un giardino, tenere in ordine l’arredo di una casa, eventualmente fare la babysitter e spolverare le tende.

Trovo in effetti la parodia meravigliosa perchè il giochino che manca dalla serie di "divertimenti" disponibili è proprio quello nel quale vinci se soddisfi sessualmente un uomo come lui vuole.

Il motivo per cui manca è semplice: gli uomini non sopportano neppure l’idea che una donna possa essere attiva in senso sessuale. Sempre passive, compiacenti, pompinare per necessità mica per soddisfazione, sempre a fare da specchio ai desideri maschili perchè se non sei quello che lui vuole o ti stupra (come nel gioco Rapelay) o muori (come nel gioco della vita, tutti i giorni centinaia di vittime).

Grazie a Vittoria per aver segnalato questo video. Se avete altre segnalazioni che mettono in evidenza sessismo ovunque (anche nei manifesti elettorali per esempio, a partire dagli slogan tutti votati alla famiglia e mai a risolvere la nostra precarietà lavorativa) lasciate un commento o scriveteci.


Europa e internet: privacy e libertà d’espressione sono un diritto

http://www.punto-informatico.it/punto/20071205/pp.jpgL’accesso a internet e la tutela della privacy è un diritto. Lo dice la Raccomandazione sulle libertà fondamentali su internet approvata dal Parlamento Europeo mentre altrove c’e’ chi (telecom package) progetta la fine della Rete Aperta (ovvero si preparano in regime di monopolio a farci vedere solo porzioni di internet, pacchetti diversificati come per i canali satellitari).

La francia proponeva di disconnettere le linee degli utenti che violavano i diritti d’autore (anche in quel caso è stata usata la carta della lotta contro la pedofilia per rafforzare il controllo su internet), dall’italia venivano segnali strani (vedi d’alia, carlucci, etc). L’europa risponde dicendo che la lotta per la sicurezza contro il terrorismo, contro la pedofilia è ok (ci sarebbe da parlarne, esplicitando la contraddizione e approfondirenel senso che spesso questi due motivi sono usati spesso dai governi per violare la privacy e per sopprimere dissenso e libertà d’opinione. ultimo caso a Dresda), che il fatto che la tecnologia consenta oggi di monitorare l’attività su internet di tutti i cittadini non significa che si debba fare (per il rispetto della privacy) e che l’anonimato (ovvero la scelta di non camminare via web con un numeretto da schedatura nazista stampato sul braccio) resta un diritto. A proposito di blog dice che non si dovrebbero toccare perchè sono un fondamentale strumento che consente una rapida alfabetizzazione digitale. Dice poi che la libertà d’espressione va tutelata a tutti i livelli, che mai dovrà essere utilizzato un potere dello stato per limitare la libertà d’opinione.

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Maledetta pedofilia II°

 

http://www.oliverio.eu/anna/SESSUALIZZAZIONE%20BAMBINI_file/image004.jpghttp://www.oliverio.eu/anna/SESSUALIZZAZIONE%20BAMBINI_file/image005.jpg

La prima parte di questo approfondimento la trovate QUI.

Le foto pubblicitarie che vedete sopra sono state utilizzate per un test da due psicologhe che hanno condotto una ricerca dal titolo: "L’erotizzazione dei bambini nella pubblicità". QUI potrete leggere i risultati del test su un campione misto di adulti. A fine 2008 nel web circolavano notizie dalla svezia a proposito di una seria battaglia contro le pubblicità e i giocattoli sessisti relativi il mondo dell’infanzia. In italia invece spopolano le agenzie casting – per bambini e bambine – che offrono ampi consigli sulla tipologia di bambino o bambina da proporre, sui modi per realizzare un book fotografico, su fotografi e persone alle quali rivolgersi. Basta fare un giro superficiale su internet per trovare cataloghi di bambini e bambine in offerta speciale. Foto di passerelle di moda kidswear per l’infanzia con bambine che imitano icone anoressiche dei giorni nostri (e poi ci si sorprende che l’anoressia sia un fenomeno in aumento). Gli stessi canali televisivi dei quali si nutre la maggioranza della popolazione italiana sono affollatissimi di pubblicità con bimbe truccate e vestite come madamadorè più o meno sexy tutte piazzate ad interpretare i ruoli sessisti (giusto per dare loro un imprinting familista) delle casalinghe di cinque anni piuttosto che di top model in erba per presentare il marchio di scarpe tal dei tali, i vestitini strip di tizio e caio e i giocattoli della tal o tal’altra azienda.

Del mondo dei casting e dello sfruttamento dei bambini e delle bambine nella pubblicità, in televisione o nel cinema ci ha parlato splendidamente Luchino Visconti nel film "Bellissima" con una grandiosa Anna Magnani. Oggi la questione è ovviamente peggiorata. Ci si è adeguati ai nostri tempi per cui bambini e bambine sono diventati/e merce di consumo. Corpi tra i corpi cui viene negato il diritto all’infanzia e viene invece imposto l’obbligo alla mercificazione. Soggetti che vengono sollecitati all’uso del cellulare con abbonamenti ai vari "ciao" e "tribù" che sono il naturale viatico per frequentazioni eventualmente "incontrollate" (le chat via web sono roba obsoleta, la carlucci sappia) e ingestibili se i ragazzini e le ragazzine non hanno ricevuto una sana informazione preventiva in materia di educazione sessuale e di alfabetizzazione all’uso dei mezzi di comunicazione (di ogni tipo, compresi i segnali di fumo, attraverso i quali chiunque potrà mettersi in contatto con loro).

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Maledetta pedofilia

http://www.youtube.com/watch?v=4BcXu7e7hgA

Vi avevo già detto che mi piace Caparezza vero? Questo è il video della canzone contenuta nell’album "Le dimensioni del mio caos": Io diventerò qualcuno.

In un piccolo video è sintetizzata la abitudine televisiva e "culturale" dell’ultimo trentennio italiano. La stessa cosa potete vederla in un eccezionale film, Little Miss Sunshine [Guarda un assaggio], che in una maniera fantastica mette a confronto le oscenità di un mondo perverso [Quello dei concorsi: Guarda] che strumentalizza le bambine per farle diventare appetibili ai pedofili e che allo stesso tempo impiega scandalizzato tutta la sua ipocrisia quando il contesto o le persone smascherano e rendono esplicita quell’operazione. Se non l’avete visto vi consiglio di vederlo, ne varrà la pena.

Il video di caparezza chiarisce nel suo piccolo, dicevo, una realtà innegabile. Viviamo in tempo di assoluta ipocrisia. Me ne rendo conto ogni momento di più mentre approfondisco e studio e leggo di questa cosa atroce che è la pedofilia e mi interessa delinearne contorni, codipendenze, complicità. Spinta soprattutto da una amica di rete mi sono messa a cercare e capire per poter meglio raccontare, ad approfondire ancora di più e a chiedermi come sia possibile una schizofrenia sociale che da un lato promuove la pedofilia coccolando i voyeur di "ninfette" e dall’altro spinge il pedale della repressione indiscriminatamente per colpire una serie di persone che secondo la legge approvata nel 2006 dal governo berlusconi (ddl di iniziativa del ministero alle pari opportunità all’epoca della prestigiacomo) si scambiano foto che vengono marchiate con il timbro della pedopornografia anche se appartengono ad una ragazza di 17 anni e se il destinatario ne ha 17 e mezzo.

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Vogliono controllare internet?

http://2.bp.blogspot.com/_kkaxn4Js900/SWZ-AWIUhmI/AAAAAAAAAA0/cdepPsmuX2s/S1600-R/legge-bavaglio.jpgFacciamo il punto. Tutti vogliono avere il controllo di internet. Chiunque propone norme, censure, leggi, regole. I motivi li conosciamo: un po’ per via dell’incazzatura delle distribuzioni discografiche e cinematografiche che vorrebbero intercettare e mettere in galera chiunque pratichi sharing di materiale non pagato. Un po’ per avere potere e controllo su chiunque gravita nella rete praticando una intercettazione preventiva della nostra posta, dei contenuti che condividiamo in rete, dei siti che visitiamo, delle persone con le quali chattiamo.

La rete è un mezzo di comunicazione. C’e’ una parte pubblica, che chiunque può leggere, regolata da leggi che sono applicabili anche sul piano reale. C’e’ una parte privata che viene comunque controllata in via preventiva come se tutt@ fossimo potenziali terroristi e delinquenti.

Nessuno di noi accetterebbe l’idea che le nostre lettere, quelle consegnate al postino, le nostre comunicazioni private fossero violate e lette senza la nostra autorizzazione. Nessuno accetterebbe di vedersi imputare un reato d’opinione qualunque se scambiando chiacchiere a viva voce con gli amici commentasse il fatto del giorno dicendo qualcosa di "sbagliato".

Eppure questo è quello che avviene su internet. Ogni nostro contenuto, ogni comunicazione è intercettata in via preventiva e questo teoricamente piace anche a chi non vorrebbe mai essere ascoltato in una conversazione telefonica e non vorrebbe mai far leggere le proprie lettere a nessuno.

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